Ferma restando naturalmente la tutela dei diritti civili e sociali di tutti i cittadini, una Riforma Fiscale seria che alleggerisca la pressione su cittadini ed imprese, improntata a criteri di trasparenza e territorialità, deve consistere nell’identificare i compiti operativi ed i compiti legislativi dello Stato, alcuni "esclusivi" ed altri "concorrenti" con le Regioni. Questo non è caos ma competizione tra Regioni, una sfida a chi amministra meglio, a dove la qualità della vita è migliore, a dove si attirano più investimenti e a dove c'è più sicurezza e meno ladri a piede libero. I compiti operativi dello Stato devono essere ridotti e valutati a costi standard, finanziati con una delle due tasse nazionali.
La prima è la "tassa per pagare i servizi dello Stato", la seconda tassa nazionale è la "tassa per la solidarietà”. La pagano tutti, il gettito va in un "piatto comune". Si calcola il PIL medio pro-capite nazionale. Le Regioni che lo superano non ricevono niente! Quelle dove si genera un PIL pro capite inferiore alla media nazionale incassano quote della "tassa per la solidarietà", a condizione che non vi sia significativa evasione fiscale e contributiva. Il calcolo non viene effettuato sui valori nominali ma sulla base del "potere d'acquisto". Tutto il resto, tutte le altre tasse, sono stabilite e gestite dalle Regioni in base ad un principio della concorrenza fiscale tra le Regioni alle quali spetta decidere quanti servizi fornire ai residenti. La pressione fiscale varierà così in funzione delle scelte degli amministratori regionali.
Di particolare importanza la tematica legata all’emergenza abitativa e quindi al Mutuo Sociale: intendiamo affermare in ogni sede il principio per cui ogni famiglia italiana ha diritto alla proprietà della propria abitazione, senza sottostare ad alcun meccanismo di impoverimento del reddito familiare attraverso la pratica a dir poco usurante degli affitti o la stipula di mutui classici che arricchiscono soltanto le Banche e mettono a serio rischio il futuro di centinaia di migliaia di famiglie. Non è certo attraverso forme di controllo del prezzo degli affitti che si risolve l’emergenza abitativa ma attraverso l’istituzione del Mutuo Sociale, a cui possano avere accesso le famiglie che necessitano di abitazione ed in cui nessun membro sia proprietario di immobili, attraverso cui comprare case pubbliche a prezzo di costo senza passare attraverso le banche.
1 commento:
Carissimi,
dopo tanto tempo, torniamo a parlare di politica, torniamo a farci sentire.
Le ragioni del nostro silenzio, espresse sul sito del Fronte nel corso di questo ultimo anno, possiamo sintetizzarle nel riconoscere inutili gli sforzi di ricondurre in un’unica grande struttura le formazioni che, anche se con modalità diverse, si riconoscevano nella battaglia sociale e nazionale: unica soluzione per rompere il gioco della globalizzazione culturale e risolvere, quindi, la drammatica situazione economico-sociale del nostro popolo.
Noi ce l’abbiamo messa tutta! Falliti tutti i tentativi di unità di vertice, abbiamo tentato la strada di un’unità di base: ma anche in questo caso, tutti coloro che cianciano di unità si sono guardati bene dall’aderire, il perché lo lasciamo alla vostra intelligenza.
A Marzo dell’anno scorso, proposi a quel che rimaneva di “Alternativa Sociale”, anche in previsione dell’annunciata scissione che si prevedeva in AN, di rivitalizzare il progetto facendo un atto di coraggio: sciogliere i nostri partiti e farli aderire ad un’iniziativa più ampia che doveva essere promossa da ciò che rimane del mondo culturale e scientifico facente riferimento alla nostra più ampia realtà. Tale iniziativa avrebbe reso impossibile il nascere di altre formazioni politiche che avrebbero dovuto necessariamente tener conto di questa nuova e forte realtà.
La risposta negativa ci convinse che l’esperienza di “Alternativa Sociale” era definitivamente conclusa, ridotta, nonostante le grandi speranze iniziali, alla realtà di consenso elettorale da prefisso telefonico: parliamo di risultati elettorali, infatti, perché, per chi se lo fosse dimenticato, quello che ci manca, non è l’associazione culturale, il circolo elitario o il giornale di nicchia, ma proprio il partito di riferimento che capitalizzi il lavoro di tutte queste realtà.
Ecco le ragioni profonde del nostro silenzio: l’inutilità di sprecare forze ed energie. Oggi qualcosa potrebbe cambiare!
”LaDestra”, la formazione che, in questi primi mesi di vita, si è imposta decisamente sulla scena politica con una significativa presenza, ha acconsentito alla costruzione del soggetto unificante, accogliendo appieno le nostre istanze sociali e rendendosi disponibile ad affrontare seriamente tutte le tematiche che hanno causato la profonda crisi culturale politica e sociale dell’Italia, in questo senso, avendo già raccolto intorno a sé la “Fiamma Tricolore”. Noi del Fronte, in vista di questo percorso, abbiamo deciso di aderire e di aiutare in questa difficile fase elettorale. Le elezioni sono capitate in un momento difficile per noi tutti, perché siamo impreparati, ma è un nostro dovere non far naufragare questa opportunità.
Per questo motivo ti invito ad andare a votare ed a votare “LaDestra”, dimenticando i rancori ed i risentimenti personali, le piccole e grandi frustrazioni, le cocenti delusioni.
Il giorno dopo il voto, se saremo riusciti ad uscire dalla condanna di risultati da prefisso telefonico, partiremo per una nuova avventura, forse… l’ultima.
L’alternativa è starsene a casa e decretare il nostro fallimento e la nostra incapacità a dare strumenti politici ad una grande idea: quella che, sola, può risolvere i problemi del mondo intero.
Noi abbiamo accettato con umiltà, senza chiedere posti in lista, questa nuova sfida a Voi la scelta.
Adriano Tilgher
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