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giovedì 26 giugno 2008

La Giustizia ti perseguita? Passerà...

Ecco un esempio di “Giustizia giusta” e soprattutto celere, talmente celere da rimettere in circolazione boss, malavitosi e assassini. Sei esponenti della malavita del Foggiano, uno addirittura accusato di essere uno spietato killer (per ben 13 omicidi), potrebbero essere scarcerati per decorrenza dei termini. La causa di questa decisione, che ha già scatenato aspre polemiche, è l'immenso numero di intercettazioni che i periti dell'accusa, in tre anni, non sono ancora riusciti a trascrivere. E se i presunti boss torneranno liberi potrebbe riaprirsi la faida del Gargano. L'Ispettorato del Ministero della Giustizia ha già annunciato di aver aperto il dossier su questa vicenda: un ritardo definito inaccettabile che ora il Presidente del Tribunale di Foggia dovrà spiegare. Alla base del ritardo ci sarebbe, appunto, l'enorme mole di intercettazioni effettuate dai Carabinieri del Ros. Gli otto Periti a disposizione del Tribunale non sono ancora riusciti a trascriverle! Ciò non vuol dire che il processo è rimasto fermo, anzi: dal 7 Novembre 2005, giorno della primissima udienza, accusa e difesa si sono incontrate ben 94 volte davanti alla Corte d'Assise (al ritmo di due udienze a settimana). L'ultima è avvenuta Venerdì 20 Giugno quando i magistrati, invece, si sono visti costretti a leggere l'ordinanza di scarcerazione. Secondo un Avvocato della difesa, a causare l'ingorgo sarebbe stata la decisione dei Pm di non fare una scelta/selezione delle intercettazioni da depositare ma di farle trascrivere tutte.

Il primo a tornare in libertà potrebbe essere Armando Li Bergolis (33 anni, accusato di 5 omicidi), accusato di essere il capo del clan. Un mese dopo toccherebbe a Gennaro Giovanni, ritenuto il killer della famiglia Li Bergolis e accusato di aver compiuto 13 omicidi. E poi via via anche gli altri sei! Erano tutti finiti in cella nel 2004 al termine dell'operazione “Iscaro-Saburo” condotta dai Carabinieri del Ros: un centinaio gli arresti che sono serviti a smantellare i gruppi mafiosi del Gargano che avevano scatenato una guerra tra le famiglie Li Bergolis e Primosa-Alfieri. Almeno 35 i morti causati da questa faida; una guerra cominciata da un banalissimo pascolo conteso trasformato col tempo in odio e vendetta legati poi anche ad altri interessi nel traffico di droga e armi. Povera Italia…

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