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mercoledì 18 giugno 2008

Una presa per i fondelli dopo l'altra...

La patente a punti è il meccanismo introdotto in Italia, a partire dal 1° Luglio del 2003, attraverso il quale, ad ogni conducente viene attribuito un punteggio iniziale di venti punti che viene poi decurtato in caso di infrazioni. All’esaurimento dei punti disponibili occorre superare nuovamente l’esame di teoria e l’esame di guida. Gli italiani conoscono bene questo meccanismo al pari di un’ossessione. Il punteggio previsto per ciascuna violazione è indicato nel Verbale di contestazione. Quando la decurtazione viene annotata nell’Archivio Nazionale degli abilitati alla guida, l’utente riceve al proprio domicilio una comunicazione dell’avvenuta decurtazione. Addirittura, per i conducenti che hanno conseguito la patente dopo il 1° Ottobre 2003, ogni violazione comporta una riduzione di punteggio in misura doppia per i primi tre anni dal rilascio della stessa. In base al nuovo Decreto Legge (convertito in legge) del 02/10/2007, i neo-patentati non potranno guidare autovetture con una potenza superiore a 50Kw/t, almeno per il primo anno. Se però siete stranieri e vivete e lavorate in Italia potete dimenticarvi di questa prima parte dell’articolo.

Potete strappare la pagina e costruirci delle barchette per vostro figlio o degli aeroplanini per rompere la monotonia dell’ufficio, e se proprio siete in situazione di emergenza potete anche usarlo al posto della carta igienica! Fate quello che volete, purché vi dimentichiate delle poche righe che avete letto, perché tanto non vi riguardano. In questo Paese dove si predica, con un’ipocrisia al limite della demagogia, che tutti debbano avere gli stessi diritti, specie se stranieri, per non rischiare di essere accusati di xenofobia, i doveri sono invece solamente a carico di noi Italiani. Perché, che ci crediate o no, se un rumeno (ormai è considerato comunitario!) passa con il rosso, le Forze dell’Ordine non possono levargli alcun punto. Un italiano, in questo caso, ne va a perdere sei, quasi un terzo della somma totale. E come spesso accade in questa favolosa “terra dei cachi”, si usano due pesi e due misure. Misure che possono anche non essere condivise ma che quantomeno si devono poter applicare a tutti i conducenti sul suolo italiano, nostrani o di importazione.

Ci sono paesi comunitari, come la Polonia, dove si viene addirittura fermati e multati per il solo fatto di essere stranieri. E’ un modo come un altro di portare soldi nelle casse dello Stato, di approvvigionare l’approvvigionabile con la scusa della sicurezza stradale ad ogni costo (e che costo!). Ma forse i polacchi non hanno paura che li si accusi di xenofobia, non hanno la coda di paglia dei nostri politici più ferventi, pronti anche a stanziare più soldi per i campi nomadi anziché occuparsi delle case popolari per gli anziani pur di apparire politically correct agli occhi dell’Europa. Forse non hanno paura perché alla fin fine, nell'attuale panorama politico internazionale, contano quanto un quattro di coppe quando regna spade. A noi, abitanti di questo locus amoenus (per gli altri però!), non resta che pagare residence con piscina a tutti i rumeni di etnia rom (il massimo per i benpensanti di sinistra) che investono quattro sfortunati ragazzi di Appignano, cercando poi di fargli guadagnare qualche soldo con la pubblicità e se tutto ciò proprio non bastasse, assicurandoli ulteriormente sul fatto che nessun punto sarà mai decurtato dalla loro patente. Né una multa pagata! Lo sanno bene le Forze dell’Ordine, costrette dai politicanti di turno a dover usare, obtorto collo, due pesi e due misure. Lo sanno bene: anche loro sono Italiani.

1 commento:

vincenzo forte ha detto...

complimenti per il blog spero di incontrarti al campo di alternativa futura.