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venerdì 22 ottobre 2010

Fiat, il tempo di ricatti e minacce. Non ci stiamo!

Dopo decenni durante i quali la Fiat ha fatto pagare agli Italiani i debiti ed incassare agli azionisti gli utili, ora è passata ai ricatti ed alle minacce, e si vorrebbe addirittura sostituire al Parlamento nel cancellare Leggi ordinarie e principi Costituzionali. La Politica non ha capito sufficientemente quanto fosse in gioco con la vicenda di Pomigliano, che la Fiat ha utilizzato per tastare il polso al Governo ed ai Sindacati.

L’ipotesi di trasferimento fatta dall’Amministratore Delegato della Fiat, Sergio Marchionne, di portare in Serbia la produzione dello stabilimento di Mirafiori, rappresenta la naturale conseguenza di tutto ciò ed è un ulteriore elemento, freddamente deciso a tavolino, per disimpegnare la Fiat dall’Italia, tentando di far ricadere la colpa morale, economica e politica sui sindacati e sulle forze politiche che reagiscono a tanta insopportabile arroganza.

"LaDestra", attraverso il suo Presidente Nazionale Teodoro Buontempo ed il Segretario Nazionale Francesco Storace, pertanto, invita il Governo e le forze politiche rappresentate in Parlamento a chiedere conto alla Fiat del perché in Italia non fa più investimenti di ricerca di nuovi modelli competitivi e di risparmio energetico nei consumi e, infine, del perché da anni non investe per la modernizzazione degli stabilimenti. Capirebbero, in tal modo, che la Fiat da tempo ha cinicamente programmato di sviluppare l’industria automobilistica fuori dai confini nazionali.

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