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domenica 27 aprile 2008

Sergio Ramelli, presente!

E' sempre commovente ricordare i camerati caduti per i nostri ideali. Ma c'è una storia, in particolare, che tocca il cuore con impetuosa ferocia. E' la storia di Sergio Ramelli, caduto il 13 Marzo del 1975, all'età di 18 anni, sotto i colpi violenti di una chiave inglese. Sergio viveva a Milano, aveva una famiglia che arrivava sudando a fine mese; era un ragazzo come tanti, amava il calcio, stare con gli amici, studiava con profitto, ma aveva un difetto: essere di destra... andare sempre e comunque "controcorrente".

Fin dal primo anno di superiori, venne espulso da ben due scuole, soltanto perchè era "un piccolo fascista", perché aveva un'idea diversa, un'idea contro. Nei temi scriveva dell'Europa, scriveva di quello che fecero i partigiani alla fine della guerra ai fascisti rimasti fedeli alla loro idea, scriveva del Comunismo, delle sue atrocità, e venne severamente punito! Un giorno, tornando da scuola, mentre era intento a legare il suo motorino con la catena, venne preso alle spalle da alcuni coetanei, che lo aggredirono ferocemente, con un'enorme chiave inglese. Costa, Scazza, Palombelli, questi i nomi di alcuni degli esecutori di Sergio... vermi infami senza dignità, pregni di un'ideologia assassina. Sergio, a terra, venne soccorso da alcuni passanti e portato all'ospedale. Dopo 47 giorni di agonia, il 29 Aprile, circondato dai suoi camerati, che avevano sempre condiviso con lui battaglie di ogni tipo, Sergio muore. Gli assassini vennero individuati e condannati in un processo che vede Ignazio La Russa come difensore di Ramelli.

Dopo poco però molti di loro saranno liberati, sarà loro permesso di avere un lavoro e, ad alcuni, anche di insegnare all'Università. Alcuni appariranno su tv e giornali come ospiti d'onore. Ecco l'Italia rossa e stalinista! Eccola qui, che uccide i suoi figli e lascia liberi gli assassini. Ma accanto alla tomba di Sergio un grido si levò alto... Sergio Ramelli, presente! Presente! Presente!


"Forse è destino che gli uomini di coraggio muoiano, uccisi dai vili. Ricordate i vili e ricordate i coraggiosi. E quando siete felici e godete della libertà che i coraggiosi vi hanno regalato, abbiate un pensiero per coloro che sono passati... come passa una carezza nel vento." (tratto da "Chi ha paura dell'uomo nero?" - Coro Drammatico Renato Condoleo)

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