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giovedì 29 maggio 2008

Basta "Legge Merlin", riapriamo le case chiuse

“In cinquant'anni la Legge Merlin ha solo traslocato le case chiuse sulle nostre strade” dichiara Ilaria Misantoni, Portavoce di Roma del nucleo giovanile de “LaDestra”. “Non più postriboli, ma lupanari a cielo aperto, sfruttamento, degrado, malcostume ed emergenza igienica. La legge Merlin veniva approvata nel Febbraio del 1958 per abolire la regolamentazione della prostituzione; contestualmente veniva avviata la lotta allo sfruttamento della prostituzione altrui”. E' quanto si legge in un comunicato di Gioventù Italiana Roma: “Il primo effetto del disegno di legge che deve il nome alla sua prima firmataria e Senatrice socialista Lina Merlin fu la soppressione delle case chiuse. Di fatto, in 50 anni di applicazione, ha prodotto il contrario di quel che si era prefissa. Lo sfruttamento della prostituzione si è dilagato, ed oggi rappresenta uno dei maggiori business criminali, inoltre il tentativo utopico di correggere l'inclinazione di tante donne e uomini a vendere il proprio corpo è miseramente fallito”. La legge Merlin ha soppresso le “case di tolleranza” ma ha finito per tollerare la strada: in Italia operano illegalmente 70mila prostitute, tra di loro 30mila immigrate ed oltre 3mila minorenni.

“L’80% delle prostitute è sfruttata ed il 100% della prostituzione non versa nulla all’erario. Abolendo la Legge Merlin, e regolamentando le prestazioni sessuali al chiuso, lo Stato può indebolire di molto lo sfruttamento, garantire l’igiene, il diritto sanitario ed il costume nelle nostre strade. Dalla regolamentazione fiscale della prostituzione entrerebbero ogni anno nelle finanze pubbliche oltre 1 miliardo di Euro: il 10% della Finanziaria del 2008”. Presto “Gioventù Italiana” organizzerà diversi sit-in di sensibilizzazione in alcune note zone della capitale interessate dall'emergenza.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Nonostante non sia in parlamento La Destra crea opinione e discussione. E lo fa su un argomento che in molti ritengono tabù ma che di fatto rientra pienamente nella sfera del "pacchetto sicurezza" sia per le operatrici sia per i cittadini. Ieri la portavoce de La Destra, Daniela Santanché ha presentato a Roma un referendum anti-legge Merlin che riapra la questione del ritorno alle case chiuse. L'ex candidata premier del partito di Storace ha depositato in Cassazione un quesito "anti-Merlin" che, a suo avviso, potrà servire come ''base di partenza per una nuova legge sulla prostituzione''. La sua raccolta di firme, annuncia, partirà dalle spiagge e dai concerti.

La Merlin, ha sottolineato la ex parlamentare, ''dopo cinquant'anni non può essere considerata un tabù: è necessario cambiarla profondamente garantendo strade sicure ai cittadini e libertà dalla schiavitù alle prostitute''. Come primo risultato la Santanché ottiene quello di avviare un dibattito.

Bene il referendum come pungolo al Parlamento per mettere mano alla norma, è la reazione di Pdl e Lega, con l'eccezione dell'ex Udc Carlo Giovanardi, che si dice contrario alla riapertura delle case chiuse. Meglio concentrasi sulla lotta allo sfruttamento evitando un ''referendum polverone'', ribatte invece il centrosinistra.

Tra le prime a reagire, forse perchè tolta dalal scena mediatica, è la leader di Azione Sociale, Alessandra Mussolini, che ha da pochi giorni depositato alla Camera una proposta di legge per la creazione di "zone rosse" per la prostituzione e che boccia l'iniziativa della Santanché. ''Le proposte di legge già depositate oltre la mia in Parlamento - sottolinea - sono tante e tutte volte alla soluzione del problema. Occorre solo calendarizzarle e lavorarci su. Proporre un referendum è un inutile spreco di denaro pubblico''. Più possibiliste le altre parlamentari del centrodestra. ''Ben venga - dice l'ex sottosegretaria azzurra alla Giustizia, Jole Santelli - se è uno strumento di provocazione al Parlamento affinché se ne occupi''. Anche perchè, osserva un'altra azzurra, Isabella Bertolini, ''il Parlamento deve mettere tra le proprie priorità l'approvazione di una nuova legge sulla prostituzione''.

Diverso il taglio dei commenti del centrosinistra: ''Non serve un referendum polverone'', chiude l'ex ministro Livia Turco. L'obiettivo, per ora, evidenzia un altro ex ministro, Barbara Pollastrini, non è riaprire le case chiuse ma ''combattere la prostituzione coatta fatta di donne, molte minorenni, ridotte in schiavitù, minacciate, sfruttate''. Tiepidi anche i radicali: ''la Santanché, non so per quale motivo - osserva la segretaria Rita Bernardini - si è precipitata a depositare questo referendum. Per quanto ci riguarda abbiamo una nostra proposta di legge in merito''.