"Non ho voglia di vivere a lungo. Quello che potevo fare di buono l’ho già fatto: ho seminato fede e speranza per tanti anni. Ho esortato al coraggio e alla pazienza un popolo che, se avesse avuto pazienza e coraggio, non sarebbe finito così male. Ho diffuso amore per idee buone e semplici. Di più non potrò mai fare. Ed è bene che uomini come me non raggiungano il successo. Degli uomini come me si deve poter dire: era fatto per i tempi duri e difficili, era fatto per seminare e non per raccogliere, era fatto per dare e non per prendere. Vorrei tanto che, quando non ci sarò più, si dicesse di me quello che Dante disse di Virgilio: facesti come colui che cammina di notte, e porta un lume dietro di sé, e con quel lume non aiuta se stesso. Egli cammina al buio, si apre la strada nel buio ma dietro di sé illumina gli altri”, parola di Giorgio Almirante.
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9 commenti:
Roma, si intitoli una via ad Almirante
“Domani, ricorrerà il ventennale della morte di Giorgio Almirante. Chiediamo al neo sindaco Gianni Alemanno di mettere fine alle polemiche delle passate giunte di sinistra e di intitolare finalmente una strada alla memoria dello storico segretario del MSI". E' quanto chiede il portavoce romano Fabio Sabbatani Schiuma che ricorda come "in data 4 luglio 2007, consegnai un ordine del giorno in merito, quale primo firmatario, che è stato poi sottoscritto da tutti i colleghi di AN, Alemanno stesso compreso". "Veltroni - conclude Schiuma - per bocca dell'allora assessore Silvio Di Francia, delegato alla toponomastica, rispose anche precedentemente all'ordine del giorno, alle mie interrogazioni e proposte in materia asserendo che per Giorgio Almirante i tempi non erano ancora maturi. Sono certo lo siano per Alemanno".
Personalmente l'ho sempre considerato come "il Maestro". Non a caso, credo, è ancora oggi il più conosciuto ed amato leader del MSI e della Destra italiana. La sua è una figura indimenticabile, fraterna e paterna allo stesso tempo per coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di condividere i suoi ideali e le sue scelte sempre coerenti e coraggiose.
Senza ombra di dubbio è uno dei pochi che hanno lasciato un segno incancellabile nella vita politica e nella società. Il 26 Dicembre del 1946 Almirante fondò il Movimento Sociale Italiano e fu nominato "Segretario della Giunta Esecutiva", anche se comunemente viene riconosciuto come primo Segretario Nazionale.
Un vero protagonista delle battaglie parlamentari, affermatosi come uno dei migliori oratori del Parlamento italiano. Tutti ricordano la pratica dell'ostruzionismo da lui messa in atto in diverse occasioni: contro la Legge Scelba sul divieto di ricostituzione del Partito Fascista. Almirante parlò per quattro ore consecutive ogni mattina per un mese, contro l'attuazione dell'ordinamento regionale dello Stato e contro l'istituzione della Regione Friuli, discorso alla Camera di circa otto ore, in difesa dell'italianità di Trieste e dell'Alto Adige pronunciò un memorabile discorso alla Camera della durata di oltre nove ore.
Nel 1969 fu eletto all'unanimità Segretario Nazionale del M.S.I.
Almirante è morto un giorno dopo Pino Romualdi che aveva condiviso con lui la lotta politica fin dalla fondazione del Partito. La cerimonia funebre per Almirante e Romualdi si svolse nella Chiesa di Sant'Agnese a Roma, in una Piazza Navona troppo piccola per contenere coloro che arrivano da ogni parte d'Italia per porgere loro l'ultimo saluto.
Vent'anni fa moriva Giorgio Almirante, il ricordo di Storace
"Vent’anni sono passati dalla morte di un grande uomo che ha contrassegnato larga parte della nostra storia politica: Giorgio Almirante. E a lui, ancora oggi, alla sua memoria, ci inchiniamo con profondo rispetto di militanti politici. Per Almirante rischiammo la vita e molti nostri ragazzi – quelli sì, nostri camerati – la persero, vittime dell’odio rosso. Almirante fu anche geniale precursore di un modello di democrazia diretta che oggi vediamo rappresentata dall’elezione popolare dei sindaci, dei presidenti delle province e delle regioni. Fu inguaribile sognatore della stagione della pacificazione nazionale. Fu profeta inascoltato di un’identità che si richiamava all’affermazione di valori legati alla tradizione nazionale. Creò la destra italiana e la accompagnò per mano, amato dalla sua gente. In questa politica tutta melassa credo si troverebbe assai male. Anche noi, in un mondo che i leaders politici li detesta e non li ama più. Giorgio, noi ti amiamo ancora".
Francesco Storace per www.ladestranews.it
Non ho avuto l'onore di conoscere Almirante, per questioni di età. Nessun uomo più di Lui merita rispetto per come ha portato avanti le sue idee nonostante il clima di odio che c'era in quegli anni, nei confronti di chi professava tali idee. ONORE AL CAMERATA GIORGIO ALMIRANTE!
Non nascondo commozione nel ricordare Giorgio Almirante, come leader di un'ideologia e come politico per il suo modo di portare avanti le battaglie.
Ricordo le tribune politiche e il vero rispetto che all'epoca qualsiasi politico gli portava.
Onore a Giorgio Almirante.
Decine e decine di migliaia di persone - ordinate in un composto ma gigantesco corteo - accompagnarono i feretri fino alla chiesa di Sant’Agnese, dove fu celebrato il funerale. Un evento indimenticabile per chi c’era, come i ricordi sparsi che riaffiorano nella mente: i nomi scanditi a più riprese dalla folla, il ‘presente’ chiamato da Cesco Giulio Baghino e gridato all’unisono, l’Inno a Roma cantato a squarciagola da migliaia di italiani commossi, una selva di braccia tese.
Non è facile trovare le parole giuste per ricordare degnamente due importanti figure della storia politica italiana, come Giorgio Almirante e Pino Romualdi.
A sorpresa, nel BLOG mi affido a chi ha saputo dosare le parole in una circostanza tanto importante.
http://faber2008.blogspot.com/
Almirante, un ricordo personale indelebile
Venti anni fa moriva Giorgio Almirante. Un figura storica per il panorama politico italiano. Una figura scomoda per molti, odiata dalla sinistra comunista e socialista, osannata dal popolo della destra, apprezzata dai democristiani, quelli che si turavano il naso montanellianamente pur di non vedere i cavalli dei cosacchi abbeverarsi nelle fontane di piazza San Pietro.
Un padre putativo per tantissimi, un punto di riferimento. Chi scrive non era tra coloro che seguivano le sue scelte politiche, quando si è giovani si è ribelli e spesso non si comprendono certe scelte e certi atteggiamenti. Io e tanti altri eravamo rautiani e ancor prima fuori dal partito. Quel partito che consideravamo matrigna più che madre. Eppure, pur nella non condivisione di vedute politiche e strategiche ero onorato di far parte del servizio d'ordine sotto il palco quando parlava Almirante. Ero onorato e fiero di essere la sotto e di ascoltare uno tra gli oratori più seri, più profondi, più italiani che l a politica nazionale poteva vantare. Oggi non ce ne sono più come Almirante e questo è un danno enorme per la comunità nazionale. Ero onorato e fiero anche se nella mia sezione di appartenenza di allora, Colle Oppio (una delle più note e dure d'Italia), non lo volevamo. Ma l'esser avversari in un partito è normale, ammesso che ci sia il rispetto per il ruolo che ognuno di noi ricopriva. Allora il Fdg era qualcosa di diverso, assai diverso dal partito di cui era organizzazione giovanile. Ma era diverso come lo sono tutti i giovani di questo mondo. Eppure quella gioventù turbolenta, irascibile, che non faceva sconti a nessuno, che non si tirava indietro mai lanciava dei segnali forti, nuovi, innovatori. Quella gioventù fatta da me, Alemanno, Rampelli, Gasparri, Buffo, Angelilli, Augello, Marsilio, Malcotti e tanti altri. E questo Almirante lo capiva. Questo Almirante lo sapeva. Conoscevo Almirante, era amico personale di mio nonno. La loro era una di quelle amicizie cementate dalla guerra, dai ricordi, dal sangue. Sapeva che non ero “almirantiano” ma ha sempre avuto tempo per me se lo chiedevo. Non lo feci mai, se non una volta quando lo chiamai e gli chiesi di ricevermi con dei miei compagni di classe. Era l’ultimo anno di liceo, ero stato “costretto” come tanti di noi ad andare in un liceo privato. Andai al Manieri di Piazza Vittorio, l’istituto dove Almirante aveva insegnato. Fu ben felice di vedermi e di ricevere degli studenti che gli ricordavano la sua “gioventù”. Tra le altre cose anche i miei compagni facevano politica nel Fdg, ad Acca Larentia. E fu la che capii quanto, nonostante tutto, Almirante era interessato a quello che pensavano i giovani. L’ultima volta che lo rividi fu in una bara. Ebbi l’onore di essere uno dei pochi del Fdg che fecero il picchetto alle due bare la sue e quella di Romualdi. Strano destino il loro, insieme anche nella morte. Il resto è storia di tutti noi, una storia comune a cui chi non ha partecipato non può comprendere. An, la Fiamma Tricolore, La Destra stessa sono altra cosa, sono altre storie, altri sentimenti.
Con Almirante finì un’epoca, forse un sogno, un patos, un sentimento. Un sentirsi fratelli, vicini l’uno all’altro, vivere l’uno per l’altro, lottare, soffrire, gioire…..
Tutto è cambiato oggi. Tutto è diverso. E’ meglio? E’ peggio? Non lo so. Non sono un nostalgico, guardo avanti. Certo è che io, e tanti altri, abbiamo la fortuna di avere nel nostro zaino qualcosa che agli altri manca: abbiamo vissuto velocemente, intensamente, duramente, col fiato in gola strozzato dalla rabbia e dal dolore. Ma abbiamo vissuto veramente. Noi pochi, felici pochi (e non parlo solo dei missini ma di tutto un mondo che oggi non c’è più).
Stefano Schiavi per www.ladestranews.it
Onore a Giorgio Almirante,
camerata tra i camerati.
22-05-1988
22-05-2008
NON DIMENTICO
NON RINNEGO!
http://radiciprofonde.blogspot.com
Esempio di integrità morale, di correttezza politica e di onestà intellettuale.
Non un grande oratore a caso...ma un grande oratore per la validità dei suoi e dei nostri valori.
Giorgio Almirante ha preferito l'Essere all'Avere.
Questo ha fatto di lui un grande ed inimitabile Segretario.
Chissà quanto, caro Giorgio, dovremo ancora aspettare prima che a te si possa guardare con affetto e non più con nostalgia.
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