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lunedì 2 giugno 2008

Julius Evola ed il pensiero della Tradizione

Tra molteplici fraintendimenti, calunnie, idiozie, Evola è tutt'oggi maestoso ed inattaccabile per la forza del suo messaggio, per la limpida elaborazione, per gli spunti che la sua opera offre a chi ancora si pone domande sul senso del vivere, agire, in un mondo in dissoluzione. Evola transitò fra le due Guerre Mondiali: combattente nella prima, seppur critico per la scelta italiana di schierarsi contro gli Imperi centrali, durante il Ventennio fu intellettuale spesso lontano dal Regime. Studioso della Tradizione, cercò di contribuire ad una svolta aristocratica del Fascismo, senza peraltro riuscire a condizionare più di tanto Mussolini, le cui origini socialiste mal si conciliavano con l'universo spirituale del “Barone”. Evola frequentò l'elite nazionalsocialista, fu fortemente critico, e per questo mal digerito, dell'impostazione biologica del razzismo tedesco, per lui manifestazione di istinti plebei. Nondimeno elogiò la lotta delle Waffen SS, vista come la migliore espressione dell'orgoglio europeo contro la barbarie sovietica e capitalista. Ferito alla colonna vertebrale durante un bombardamento alleato a Vienna nel 1945, Evola riprese la propria attività pubblicistica nel dopoguerra.

Innumerevoli i suoi articoli, apparsi in quotidiani e riviste. I suoi saggi hanno influenzato la migliore gioventù neofascista europea. A torto Evola fu spesso chiamato in causa come "cattivo maestro". Si portò dietro l'accusa di ispiratore dello stragismo di destra. In realtà mai incitò alla violenza! La sua ribellione fu unicamente spirituale e il fatto che qualche pentito abbia tentato di farne alibi, nulla toglie alla purezza della sua elaborazione. Cosa resta oggi di Julius Evola, a centodieci anni dalla sua nascita? Rinnegato da molti partiti che si identificano nell'area della destra (chissà poi con quali credenziali!); periodicamente sotto attacco da parte dell'establishment culturale repubblicano, spesso senza essere stato letto; "macchiato" dall'accusa di fascismo, lui che "fascista" in senso proprio mai fu, Evola continua a rappresentare, con Nietzsche e Guenon, faro per generazioni di Uomini che rifiutano la desolazione della modernità.

"Gli uomini del nuovo schieramento saranno antiborghesi, per via della superiore concezione, eroica e aristocratica dell'esistenza; saranno antiborghesi perché disdegnano la vita comoda; antiborghesi perché seguiranno non chi promette vantaggi materiali, ma coloro che esigono tutto da se stessi" parola di Julius Evola.

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