Si dice e si scrive sulla “intelligenza” di George W. Bush, ma nessuno ne mette in dubbio il “candore”. Nel senso che, fatte salve le dichiarazioni di facciata, le motivazioni strategiche del Presidente Bush sono date per ovvie e scontate: la conquista dell’Afganistan per servirsene come di una “portaerei terrestre” e per farci transitare i tubi della “Unocal” per succhiare gas e petrolio dell’Asia centrale a beneficio dell’Occidente, la conquista dei pozzi petroliferi di Iraq ed Iran e la distruzione di due irriducibili nemici di Israele. Su queste cose gli opinionisti “giudeocristiani” sono concordi, e tutti quanti, in Europa, in Israele e negli USA, sono concordi nel decantare il modello “occidentale” e nel sottoporre a critica severa Cina, Russia e Paesi Arabo/Mussulmani.
Potrei perfino assentire, limitandomi a “prendere atto”, se non fosse per un particolare di non poco conto: negli anni 1946/1989 si diede vita ad una “politica di contenimento” nei confronti dell’Unione Sovietica. Oggi, invece, nei confronti di Iraq ed Iran si è adottato e si adotta il criterio della “guerra preventiva”, e questo mi allarma! Ma dovrebbe allarmare anche gli statisti europei, e, soprattutto, il Vaticano. Sembra, invece, che tutti siano “allineati e coperti” al seguito di Sua Intelligenza George W. Bush, malgrado costui abbia dato l’avvio a 2 guerre inconsulte (Afganistan ed Iraq) che lascerà in eredità al suo successore. E minacci di avviare una terza guerra nei confronti dell’Iran. Non starò qui a narrare delle accoglienze trionfali che, a Roma, sono state riservate a George W. Bush, da parte di Benedetto XVI, Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi, ne sono piene le cronache. Osserverò solo che queste cordiali e smaccate accoglienze seguono di alcuni giorni il rifiuto di qualsiasi incontro al Presidente iraniano. E che tutto questo sta a significare una chiarissima “scelta di campo”. Come poi Napolitano e Berlusconi, e soprattutto Benedetto XVI, giustifichino questa loro “scelta di campo”, come giustifichino il loro tacito assenso ad una “guerra preventiva” contro l’Iran, è un affare che mi riguarda solo come commentatore. Quello che mi preme denunciare è un “appiattimento fideistico” sulle cattive ragioni di Israele.
Ribadisco, ancora una volta, che a me è indifferente se quella porzione di territorio debba chiamarsi “Israele” oppure “Palestina”, ma che gli Ebrei ne occupino una porzione più o meno vasta e che, per crearsi un loro “stato ebraico”, debbano cacciare i Palestinesi, mettendo in pericolo la pace mondiale, è un fatto che mi interessa: come cittadino, come Italiano e come Europeo. E su questo conviene attestarsi. Cominciando con il dire che “non vedo alcun interesse italiano ed europeo” nelle guerre che si combattono nel vicino Oriente, ed è dovere degli Ebrei/Israeliani trovare il modo di convivere con i Palestinesi, senza attendersi che noi Europei si prenda posizione alcuna a loro favore e così a danno dei Popoli Arabo/Mussulmani. E, su questo, converrebbe fare una “battaglia culturale” volta a denunciare la mistificazione operata dal partito americano sionista. A cui, purtroppo, si è accodata Santa Romana Chiesa, che, così facendo, finisce di essere “Santa”, “Romana” e “Chiesa” per trasformarsi in una holding finanziaria che vende santini.
Antonino Amato per www.ladestra.info
Nessun commento:
Posta un commento