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domenica 15 giugno 2008

Un commento al DDL sulle intercettazioni...

A proposito del DDL sulle “intercettazioni”: può andar bene limitare a tre mesi la durata delle intercettazioni, ma non ha senso limitarla solo ad un certo tipo di reati, sia pure a quelli più gravi (e meno male che non sono stati esclusi i reati compiuti contro la Pubblica Amministrazione!). L’altro guaio è costituito dall’aver affidato ad un Collegio (fatto di tre Giudici) il compito di concedere o meno l’autorizzazione alle intercettazioni: da un lato aumenterà il lavoro per i Giudici e quindi i ritardi, dall’altro, soprattutto nei piccoli e medi Tribunali, si moltiplicheranno le situazioni di incompatibilità e via con altri ritardi! Ma il Ministro della Giustizia, l’On. Alfano, che faceva l’Avvocato, queste cose non le sa? O, forse, proprio per questo…

Da questa Legge, se verrà approvata così com’è, verrà peggiorato il Sistema Giustizia: processi più lenti, maggiori difficoltà nelle indagini, ecc. Nessuno lo ha detto ai Ministri che nelle indagini ormai le Forze dell’Ordine sono costrette ad usare le intercettazioni perché, per la cronica carenza di uomini e mezzi, non possono usare strumenti più tradizionali di indagine, come i pedinamenti? O, forse, proprio per questo… Se, invece, si voleva (giustamente!) tutelare la “privacy”, ma preferisco dire la riservatezza, sarebbe stato sufficiente imporre ai Magistrati di distruggere immediatamente le intercettazioni in cui si parlava di argomenti non attinenti ai fatti di indagine, e punire severamente quanti (siano essi Magistrati, Polizia Giudiziaria, Avvocati e giornalisti) avessero comunque reso pubbliche intercettazioni di questo tipo: non era assolutamente necessario ridurre la possibilità di usare questo metodo di indagine.

Aldo Rovito per www.ladestra.info

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