
Ma, analizzandoli, i confini fra l’ecomafia e le imprese che agiscono illegalmente, lo Stato Italiano che dovrebbe reprimere l’illegalità e l’imprenditoria “onesta” che avrebbe tutto l'interesse ad operare correttamente, non sono così netti come si sarebbe indotti a credere ascoltando le parole degli uomini politici, leggendo gli articoli dei giornali e lo stesso rapporto di Legambiente. Si tratta di confini dai contorni sfumati dove molto spesso l’intreccio del malaffare spazia all’interno di quelle stesse Istituzioni che “avrebbero” il compito di combatterlo, erodendo qualsiasi sistema di controllo e coinvolgendo le maggiori imprese del Paese. Una cospicua parte delle 22069 persone denunciate è composta da uomini dello Stato, Consiglieri Comunali, Assessori, Sindaci, Presidenti di Istituzioni pubbliche o pubblico-private, e perfino di Province e Regioni, come il caso di Bassolino sta tristemente a dimostrare. Una ben cospicua parte dei 30124 illeciti accertati sono stati compiuti da grandi e piccole Imprese che operano in regime di general contractor o hanno comunque ricevuto gli appalti da parte dello Stato.
“Impregilo”, che ha pesantissime responsabilità nel disastro dei rifiuti di Napoli, è stata “premiata” proprio dallo Stato con svariati appalti concernenti le tratte del TAV, linee di metropolitana ed il controverso Ponte sullo stretto di Messina. Fra i 9074 siti oggetto di sequestro moltissimi riguardano proprio appalti pubblici dove spesso controllato e controllore coesistevano all’interno di un unico soggetto in palese conflitto d’interesse. Prima di esplicitare proclami volti alla riconquista della legalità, invocare nuove norme legislative, giustificare qualsiasi disastro ambientale imputandolo alla “solita” camorra, quasi si trattasse di un Paese straniero e non di un cancro ben presente all’interno delle nostre "amate" Istituzioni, sarebbe bene fermarsi un attimo a riflettere e porsi una semplice domanda: “Quanta ecomafia è presente all’interno dello Stato e quanto Stato costruisce profitti miliardari operando con l’ecomafia nell’ambito di un unico sodalizio criminale?”. Solo dopo avere chiarito questo punto sarà lecito preoccuparsi di come salvaguardare la salute dei cittadini e l’integrità dell’ambiente attraverso l’operato dello Stato, quello Stato che con l’ecomafia non ha nulla a che fare, se ancora esiste.
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