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domenica 8 giugno 2008

"LaSapienza" fortino della Sinistra violenta

Un mesetto fa “Lotta Universitaria” (formazione universitaria vicina a FN) aveva richiesto al Rettore de “LaSapienza” di poter tenere una Conferenza sul tema delle Foibe, dopo che la stessa Università aveva ospitato un Convegno in cui era stata negata l’esistenza delle stesse. La Conferenza era stata negata dopo occupazioni e proteste violente dei Collettivi, che avevano intimorito il Rettore. Pochi giorni dopo, nei pressi dell’Università, alcuni attivisti di “ForzaNuova” sono stati aggrediti da decine di attivisti degli stessi Collettivi, con sedie (che solo dall’interno dell’Università potevano provenire!) e mazze di legno. Alcuni giovani di FN e di Sinistra sono rimasti contusi, e sei giovani fra FN e Collettivi sono stati fermati. Dagli eventi possiamo solo dedurre che l’Italia ha ancora zone franche dove chi parla è chi nega le Foibe o dove gli organizzatori degli eventi dicono “Roberto Fiore non entra, ma Scalzone è benvenuto”. Indispensabile battersi contro l’Università dei baroni e dei collettivi, che ha portato l’Italia ad essere fanalino di coda nelle tecniche, nelle scienze e nelle discipline umanistiche, e oggi arriva a negare le Foibe ed a cacciare il Papa. Con buona pace del Governo di centrodestra.

L’Università non è più uno spazio libero, ma una base operativa della Sinistra radicale. E Alemanno lo sa bene! Quello che è successo è di gravità inaudita, quello che dovrebbe essere uno spazio libero, un luogo di Cultura, di rispetto, di tolleranza, di confronto e scambio d’idee, si è invece dimostrato un “fortino”, una base operativa degli ultimi residui dell’autonomia stile ‘77, una zona ove non possono circolare idee politiche sgradite alla minoranza di studenti “perenni” che con la minaccia, l’intolleranza, la violenza garantiscono a se stessi e ai loro “padrini e protettori” politici assoluta padronanza del territorio. Gli stessi che avevano impedito la visita del Papa per l’inaugurazione dell’Anno Accademico sono protagonisti di una vera e propria caccia all’uomo contro giovani dalle diverse idee politiche. L’arroganza e l’impunità assoluta dei vari collettivi e centri sociali non è affare della sola Università di Roma, ma tradizione consolidata in tantissimi Atenei italiani. Con l’abuso costante di ogni regola e l’occupazione manu militari d’ogni spazio, ogni aula, ogni corridoio, i guerriglieri figli di papà rendono l’Università molto simile ad un centro sociale occupato più che ad una fucina del sapere.

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