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mercoledì 11 giugno 2008

NO alle Olimpiadi di Pechino 2008

Quella che sta per iniziare sarà senza dubbio una delle edizioni dei Giochi Olimpici attorno alla quale il dibattito si è fatto più acceso. Molteplici i motivi: religiosi, culturali, politici, economici. Ha risvegliato senz’altro molta indignazione, in tutto l’Occidente, la repressione che il Governo di Pechino ha attuato pochissimo tempo fa nella regione del Tibet, insorta contro il mai accettato cancro del regime comunista cinese insediatosi nel 1959 e mai più andatosene. Intolleranza verso un regime che ha ucciso, distrutto, eliminato fisicamente monasteri, persone e opere d’arte! Verso un regime che ha addirittura provato, per fortuna senza successo, ad eliminare la lingua del Popolo Tibetano oppresso. E per la cui difesa l’intero blocco Occidentale, di fatto, si è sempre limitato a fare il minimo indispensabile. Ci sono poi rapporti economici troppo delicati da mantenere, dicono. Ed è proprio l’ipocrisia dell’Occidente, negligente nel vedere il sangue che ogni giorno viene sparso in quei luoghi, apparentemente così lontani, ad indignare ancora di più.

Risale a poco tempo fa la notizia della vendita di liste piene di nomi di “avversari del regime”, che il provider internet statunitense “Yahoo!” avrebbe ceduto al Governo di Pechino, in cambio di privilegi commerciali e denaro. La mano insanguinata del regime di Pechino non si ferma entro i confini del Celeste Impero, bensì si espande, arrivando persino nel Darfur africano ed in Birmania (quella che oggi si chiama Myanmar). Ma l’Occidente sembra non vedere nulla di tutto ciò! Probabilmente non tutti sapranno della condizione in cui versano le donne in Cina, dove ancora in molti luoghi è rimasta una mentalità che fa sì che vengano trattate come dei mostri, o meglio, dei fantasmi. Semplicemente, se nascono, non esistono. Pertanto c’è chi pensa che sia meglio non farle nascere, tanto per non condannarle ad una vita di stenti e di violenze. Ma, nonostante sia relativamente piccolo, esiste un blocco di Stati che ha deciso di intervenire, per non continuare a rimanere in silenzio di fronte a tanto male, di fronte a tanti insulti alla dignità umana.

Così, con la Francia di Sarkozy, è stata avanzata la proposta di un boicottaggio di questa edizione dei Giochi Olimpici, che per funzionare davvero dovrebbe trovare d’accordo i Comitati Olimpici di molti Paesi che parteciperanno ai Giochi. Non sappiamo se il boicottaggio dei Giochi sia una misura utile per far sentire la propria voce su tutto ciò che avviene in Cina oggi, e di cui troppo poco si parla: il boicottaggio dei Giochi di Mosca 1980 e Los Angeles 1984 (attuato rispettivamente dai Paesi Occidentali a Mosca, da quelli del Patto di Varsavia negli USA) non sono serviti a molto. Ma se questa è l’unica strada verso un riconoscimento dei diritti fondamentali dell’Uomo in un Paese come la Cina, dove neppure la stampa ed internet sono liberi, allora è giusto, è un dovere di ogni persona che crede nella Libertà percorrerla. Giochi Olimpici o meno, dobbiamo superare la sterile retorica e cominciare ad agire!

1 commento:

Anonimo ha detto...

A Roma, Domenica 15 Giugno alle ore 17 davanti al Colosseo avrà luogo una manifestazione assolutamente trasversale per protestare contro il passaggio della fiaccola pseudo-olimpica a Lhasa, Capitale del Tibet occupato e santa sede del Dalai Lama esiliato.

Si è scelto questo giorno che è la vigilia della profanazione di Lhasa con il fuoco artificiale della fiaccola già due volte spento e che, quindi, significativamente non rappresenta in alcun modo Olimpia. Una fiaccola così nefasta che il suo passaggio è stato accompagnato da alluvioni e terremoti con ecatombi di civili in Birmania e in Cina.

Alla manifestazione per il Tibet libero, indipendente e sovrano, non andranno simboli di partiti ma solo bandiere nazionali e centinaia di bandiere tibetane.

Per quelli che “in fondo le Olimpiadi ci rendono tutti più buoni, anche i cattivi”: Siccome alcuni elogiavano gli Elei per il fatto di organizzare bene e imparzialmente le Olimpiadi, Agide disse: "e che fanno di eccezionale gli Elei, se praticano la giustizia un giorno solo ogni quattro anni?"
( Plutarco, vita di Licurgo).