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giovedì 12 giugno 2008

Welcome, Mister President


Caro Presidente Bush, Le giunga la mia breve nota con alcune riflessioni ad onorare la Sua visita in terra europea. Grandi fanfare e dispiegamenti militari a Suo tributo e protezione: la vecchia Europa, come vede, si mobilita per Lei! Ma sì, La faccio contento, siamo vecchi noi europei! Pieni di problemi, con un’economia in crisi (non che la Sua stia meglio…), con le nostre vecchie e sanguinose lotte intestine, i Balcani sempre un po’ incazzosi, le nostre vecchie cattedrali, i nostri vecchissimi templi, i fasti imperiali, Roma, la letteratura, l’arte e la filosofia. Siamo vecchi, con le nostre vecchie guerre. Ma grazie ai Suoi predecessori, e alle Vostre nuove bombe, un po’ di vecchiume è scomparso dalle nostre città e adesso abbiamo qualche nonno in meno ma tanto bel cemento in più! Abbiamo anche i nuovi hamburgers, un bel po’ di culi cellulitici, le cucine robotizzate, la devastazione sociale generata da necessità fasulle che prima, essendo vecchi e rimbambiti, non sentivamo.

Siamo vecchi ma grazie a Voi, caro Presidente, oggi lo siamo un po’ meno. Impariamo da Voi: tributiamo onori e telecamere a galeotti, corruttori e ladri perché abbiamo imparato da Voi che il marcio fa audience. E del resto chi meglio di Voi può insegnarlo? Voi che siete nati dagli avanzi di galera dell’Europa! Siamo un po’ meno vecchi perché abbiamo un po’ di Vostre armi. Peccato solo che poi siate Voi a decidere come e dove dobbiamo usarle… tutto questo La potrà rincuorare, dunque!

Abbiamo tuttavia qualche eco discorde. Ci sarebbe un’Europa che non vuol ringiovanire, che resta vecchia e che, proprio in quanto vecchia (ed i vecchi, si sa, ricordano bene i trascorsi lontani!) non dimentica chi siete, caro Presidente. Conosce i Vostri metodi, sa leggere le notizie fra le righe, identifica come popolo qualcosa che va oltre l’intruglio di pelle bianca, becero nazionalismo, bandierine a stelle e strisce e tette rifatte, non pone il benessere materiale come ragione di vita, non si fa comprare come le baldracche degli anni ‘40. Lei quella Europa vecchia non La vedrà, caro Mr President. E forse non ne ha mai neppure sentito parlare seriamente. Ne sia lieto: sono davvero vecchi puzzoni ed hanno abitudini pessime, come quella di non provare per Lei nessuna simpatia e nessun timore reverenziale. No, non indossano cafetani e non amano molto il rosso. Le dirò di più: si mimetizzano perfidamente fra i “nuovi”. Ma se Li guarda bene vedrà nei loro occhi una luce diversa… sono i bagliori dell’Europa… prima che il tanfo degli escrementi dei Suoi aerei ne ammorbasse l’aria!”

Salvatore Puleo per www.ladestra-fvg.it

1 commento:

Anonimo ha detto...

Più di 8000 uomini impegnati, mezzi aerei e terrestri, disagi allucinanti per i cittadini! Milioni di euro buttati letteralmente nel “cesso” per la visita del presidente americano. Carburanti alle stelle, recessione economica, cittadini italiani costretti a tirare la cinghia per colpa dei colossi finanziari americani, ed i nostri politici si permettono di sperperare per l’ennesima volta il frutto del nostro sudore! Non sarebbe stato più logico che i personaggi che il presidente voleva incontrare si fossero recati negli USA? Signori politici, non pensate che sia ora di finirla con questi “meeting”, “summit” che servono solo a prendere in giro i lavoratori? Basti pensare ai “G8″, nonostante quello che è successo al primo di questi incontri, altri ne sono seguiti! Presumo che le decisioni sulle sorti del mondo, come sempre successo, possano emergere da tutt’altri incontri. Ricordatevi che la gente ha iniziato a reagire a queste provocazioni! Staremo a vedere cosa succederà da oggi in avanti.

Luca Rosetti — MS FIAMMA TRICOLORE RAVENNA