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sabato 13 settembre 2008

11 Settembre: dove siamo andati a finire...


Sono passati sette anni. Sette lunghi anni, da quell’immane tragedia consumatasi a New York. Sette anni che hanno lasciato dietro di loro una scia indelebile di sangue. Molti hanno detto e scritto che l’11 Settembre 2001 è stato l’inizio di una nuova storia dell’umanità, di un nuovo percorso per la democrazia. Un’affermazione su cui si può concordare facendo, comunque, i dovuti distinguo. Che il Terzo millennio sia cominciato con una strage ed una nuova strategia del terrore targato “Al Qaeda” è innegabile. Ma è innegabile anche che a quella strage ne sono seguite altre in nome e per conto di concetti universali come pace e democrazia. Ben due guerre, quella afghana e quella irachena, hanno e stanno insanguinando il mondo, propagando i tentacoli su Madrid, Casablanca, Londra, Sharm e Sheick. È il tributo che si deve pagare per una tranquillità che ancora non arriva?


Certo, tutti sappiamo che la pace, da che mondo e mondo, si è costruita sui morti e sul sangue, ma per un’umanità che si definisce civile non può e non deve essere così. Quel che appare chiaro ed evidente è, nonostante tutti lo neghino, uno scontro tra due civiltà, tra due mondi, tra due concezioni di vita che sembrano sempre più essere giunte allo scontro finale. All’Armageddon, dove ne dovrebbe inevitabilmente restare in piedi una sola. Una vera follia! Difficile dire da che parte sia colpa e ragione. In questi casi, al di là delle solite teorie complottiste nelle quali molti amano sguazzare, ognuno dei contendenti ha il proprio fardello da portare. Ed anche questo è un fatto innegabile. Quello che diviene opinabile è l’utilizzo della guerra e del terrorismo come unica via percorribile per il raggiungimento dei propri scopi facendo leva sul concetto di pace e democrazia.


Ma cos’è realmente la democrazia? Sicuramente, per l’uomo del Terzo millennio, è un concetto aleatorio al quale ognuno dà una propria interpretazione che poi non corrisponde a quella del proprio vicino. Lo scontro, anche violento quindi, come unico mezzo per l’affermazione delle proprie idee, dei propri principi, della propria ideologia. Non era propriamente questo quello che immaginava, duemila anni orsono, un uomo che rispondeva la nome di Pericle. In questo bailamme di sangue, morte, crisi economiche, sociali e politiche non sembrano nemmeno esserci quei margini utili a far sì che si possa rientrare nel solco di una filosofia di vita diversa da quella attuale. Improvvisamente sembrano essere venute a mancare le basi culturali ed ideologiche di un intero mondo. Se il primato personale, se la sovra stazione, la diffamazione, il mettere alla gogna il proprio avversario, e si badi bene “avversario non nemico”, sono i concetti fondanti della Politica e della vita quotidiana, non si capisce bene allora questi sette anni a cosa siano serviti. Probabilmente a nulla se non ad inasprire ed a cronicizzare una situazione già incandescente di per sé. Situazione che, inevitabilmente, si riflette poi sul nostro modo di vivere.


Discorsi catastrofisti a parte, sono comunque convinto che l’umanità ha sempre dimostrato di saper risorgere dalle macerie della propria storia. E’ una questione di volontà. E’ una questione di cultura. Noi, nel nostro piccolo, ce la stiamo mettendo tutta. Anche se siamo coscienti del fatto che un Partito come il nostro possa dare profondamente fastidio. Essere scomodo! Lo sappiamo e sono mesi che lo diciamo a chiare lettere. Il che è anche legittimo. Ma resta comunque difficile da comprendere come ci sia qualcuno, che della democrazia, della pace, del solidarismo, dei diritti sociali e civili e, soprattutto, del dialogo dovrebbe essere campione, punti il dito accusatore solo perché il nostro essere politici riscuote comunque consenso e plauso tra la gente comune. Dare voce ai delusi, agli abbandonati dai partiti maggiori, a chi non crede più nella “politica spettacolo” è la nostra irrinunciabile scelta. E’ il nostro concetto di democrazia. Un concetto che, evidentemente, da fastidio a chi, invece di pensare al bene comune, cerca sempre un nemico da sfidare per nascondere il proprio annaspare nel procelloso mare di una Politica sempre più casta (la Legge Elettorale sulle Elezioni Europee ne è un esempio, così come la voluta cancellazione delle preferenze) e sempre più lontana dai cittadini. Ma soprattutto dal mondo reale.


Stefano Schiavi per www.ladestanews.it

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