La pedofilia è uno dei mali oscuri della nostra società e tra questi, il più grave e sentito da tutta la collettività, perché i protagonisti delle tante storie tristi e agghiaccianti sono i bambini, piccole esistenze che si spezzano per il brutale impatto di adulti deviati, generando terribili effetti. Da specifici studi è risultato che, rispetto alla media della popolazione, i bambini coinvolti nella pedofilia hanno una probabilità più alta del 500% di ammalarsi in età adulta di depressione e del 400 % di ricorrere al suicidio. Il pedofilo è una persona subdola che sa rapportarsi molto bene con i bambini, comportandosi da amico e facendo sentire loro che possono fidarsi di lui. Spesso le violenze avvengono tra le mura domestiche, proprio lì dove i bambini dovrebbero essere più al sicuro, compiute dagli stessi familiari o da persone amiche e purtroppo, non sono circoscritte solo alle famiglie degradate, ma si estendono a tutte le classi sociali e a tutte le categorie di professionisti. I dati raccolti sono sconcertanti ed evidenziano un fenomeno in costante aumento anche per la diffusione tramite Internet. La rete, infatti, facilita per sua natura lo scambio di opinioni e quindi anche la diffusione della pedopornografia.
I numeri dell’orrore corrono da un capo all’altro del mondo, in Italia ogni anno si registrano 23.000 casi di pedofilia. La fascia più coinvolta è quella fra gli 11 e i 14 anni ma è in aumento anche quella tra 0 e 10 anni. Nel Regno Unito, secondo i dati forniti dal Ministero dell’interno, nel biennio 2005-2006, circa cinquemila ragazzi di età inferiore ai 16 anni sono stati violentati e almeno seimila sotto i 13 anni hanno subito molestie sessuali. In tutto il mondo circa 150 milioni di bambine e 73.000 milioni di bambini sotto i 18 anni subiscono ogni anno “manipolazioni” e contatti sessuali forzati. Due milioni di bambini nel mondo sono sfruttati nella produzione di pellicole pedopornografiche e più di un milione risultano vittime di turpi traffici che hanno come destinazione i “baby-bordelli tropicali”. La pedofilia, definita come l’attrazione sessuale verso bambini in età pubere o pre-pubere, cioè in età generalmente inferiore a 13 anni, in psichiatria è catalogata nel gruppo delle parafilie, ovvero fra i disturbi del desiderio sessuale e come tale, come sostenuto, non può considerarsi una malattia fisica curabile dalla quale cui si possa guarire, ma, piuttosto, una patologia della psiche che non si risolve attraverso un intervento mirato esclusivamente sul corpo.
Sicuramente una legge non è sufficiente per cancellare gli orrori delle violenze della pedofilia, ma può rappresentare un argine alla diffusione di questo reato oltre ad un contributo per combatterlo. Il problema deve essere necessariamente affrontato e, se non debellato, almeno represso, per annullare gli effetti antiumani di questa perversa e diabolica pratica. Negli ultimi anni, a causa dei clamorosi casi di pedofilia sadica in Italia, sono state invocate da più fonti degli interventi terapeutici per i pedofili e tra questi, anche la castrazione chirurgica, che ha avuto in altri paesi un grande impiego nel trattamento dei crimini sessuali, ma, nel caso specifico dell’argomento trattato, non serve perché l’atto sessuale pedofilico non richiede necessariamente l’erezione né tanto meno la penetrazione, ma anche solo compiacimento a guardare, a toccare, a far compiere gli atti ad altri, a fotografare, ad annusare semplicemente la vittima, oppure ad usare violenza con corpi estranei e oggetti.
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